Lavoro, Post PhD

A come Assenza

Ovvero, come sono sparita dalle pagine di questo blog.

Ci sono periodi in cui la vita sembra procedere lentissima. Non succede nulla, tutto è sempre uguale, una ripetizione di giornate un po’ vuote, in cui ci sentiamo sospesi e un po’ persi. Poi invece succede che arriva il cambiamento, il più delle volte inaspettato, e ci troviamo travolti dalle novità, da ritmi di vita così veloci che “sembra impossibile che siano passati mesi dall’ultima volta che”.

Ed ecco che sono passati mesi, quasi un anno, dall’ultima volta che ho scritto su questo piccolo blog. Molte cose sono cambiate da allora, altre sono rimaste le stesse, ma più di ogni altra cosa sono cambiata io. Il Covid non mi è scivolato addosso. Non riesco più a correre perché il mio cuoricino, all’apparenza integro, aumenta i battiti all’impazzata, mi toglie il fiato e ogni energia. Sto cercando di venirne a capo, ma quanto mi manca la corsa. Ieri però, piano piano, ho corso per due minuti di fila. Ho provato quasi la stessa soddifazione dei primi 5km.

Non è in questo però che mi sento cambiata. Gli ultimi mesi li ho passati a insegnare a tempo pieno. Proprio io, che stavo per mollare questo mondo accademico da cui ricevevo solo ed esclusivamente rifiuti, ho trovato lavoro come lecturer a tempo pieno. Sono ancora in Nord America ma ho varcato il confine, pur rimanendo nella regione dei grandi Laghi. Laghi che ancora non ho visto! I corsi da preparare e da gestire mi tolgono ogni momento libero, e quei pochi che riesco a ritagliarmi cerco di usarli per alcuni articoli che sto scrivendo, perché la ricerca rimane la mia passione. Lo è a tal punto che sto per cambiare Stato per la terza volta in tre anni. Il Vecchio Continente mi ha riaperto le porte offrendomi quel postdoc tanto ambito che solo due anni fa descrivevo come “il biglietto vincente della lotteria”.

Eppure il Nord America mi mancherà. Mi mancheranno le persone che ho incontrato, le nuove abitudini, questo mondo tanto lontano da noi che è diventato parte di me. Eppure non sono convinta di aver vinto la lotteria, o di star prendendo la decisione giusta. Però mai avrei immaginato di poter avere una scelta a livello lavorativo. A volte devo fermarmi per ricordarmi quante cose sono cambiate, e di come la scintilla del cambiamento sia partita proprio da me. Nonostante l’insicurezza, la scarsa autostima, i dubbi, e le paure, sono state le volte in cui più mi sono esposta che la scintilla ha dato vita al fuoco. Ho ancora paura di scottarmi. La mia storia è fatta di bruciature e ustioni che hanno lasciato il segno, ma anche di passi avanti incredibili – nel senso che ancora fatico a credere di averli fatti – e di continui cambiamenti. Ho incontrato persone bellissime in questa fase americana della mia vita. Ne ho ritrovate altre che pensavo di avere ormai perso, e ne ho lasciate andare alcune che invece non mi facevano più stare bene.

Ci sono anche cose che non mi mancheranno affatto. Prima fra tutte, i fazzoletti americani. Ma questa è una storia per un altro post.

2 pensieri su “A come Assenza”

    1. Ciao Federico! Che piacere leggere il tuo commento. Non sai da quanto tempo penso di aggiornare il blog e poi…le giornate volano via. A presto un aggiornamento. Grazie per avermi letto e aver pensato al mio blog 🙂

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